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sabato 29 dicembre 2012

Rincari: a Brindisi il rischio è doppio

BRINDISI – Arriva una nuova ondata di rincari. Nel 2013 le famiglie spenderanno circa 1.500 euro in più rispetto all’anno precedente per bollette, tasse e spesa. “La situazione è critica. E non sappiamo ancora che farà il Comune circa la Tares. Abbiamo solo un enorme punto interrogativo” dice Giuseppe Zippo.
I dati nazionali sulla previsione di spesa che aspetta le famiglie nel 2013 sono al dir poco preoccupanti.
Aumenterà il costo di tutti quei beni di cui la gente non può fare a meno. Il prezzo di alimenti, biglietti ferroviari, l’importo per rc auto, bollette. Il budget minimo necessario per gli acquisti famigliari quindi crescerà impetuosamente.
Il che getta nello sconforto tutte quelle famiglie già messe alla canna del gas dalla dilagante disoccupazione e un potere di spesa ridotto all’osso.
Nel 2013 ci saranno aumenti in ogni capitolo di spesa.
Saliranno i prezzi degli alimentari (+5 percento, 299 euro in più legati all’incremento dei prezzi internazionali delle derrate), l’assicurazione auto (+5 percento, 61 euro in più), le tariffe professionali e artigianali (114 euro in più), le tariffe aeroportuali, oltre alle bollette di luce e gas, anche se in modo più contenuto rispetto al 2012, e dell’acqua, la cui tariffa sarà presto aggiornata dall’Autorità per l’energia. Piccolo rincaro infine (1,5 euro in più) anche per il canone Rai, a cui si aggiungono però anche gli aumenti di bancoposta, francobolli e raccomandate. 
Il nuovo anno si prospetta peggiore di quello che sta per finire.
“La condizione delle famiglie tutte è pessima, tanto a Milano quanto a Brindisi. Basti pensare – spiega Giuseppe Zippo dell’Adoc Brindisi - quanto accaduto nel 2012 con il rincaro dei ticket mensa per i bambini. Molte famiglie che nel 2011 hanno potuto accedere ad agevolazioni per il pagamento del servizio, nell’anno giunto agli sgoccioli sono state tagliate fuori dal sistema, ritrovandosi quindi a dover pagare il ticket per intero. E poi la logica conseguenza dei tagli ai servizi pubblici è l’obbligo per le famiglie di accedere a quelli privati, che – sottolinea Zippo - chiaramente hanno costi ben superiori rispetto ai primi”. 
Dunque il bilancio previsionale circa un aumento di spesa minima pari a circa 1.500 annui riguarda anche i brindisini, da sempre provati da stipendi mediamente bassi e percentuale di disoccupazione ben superiore a quello dei cugini residenti al nord.
E in tutto ciò bisogna tener conto anche dell’Imu, il grande mostro del tributo sui beni immobili che ha segnato il 2012 e di certo non scomparirà nel 2013. 
Ma chi pensava che il peggio fosse ormai arrivato, rimarrà deluso. Nel prossimo anno verrà introdotta una nuova tassa, la Tares che andrà a sostituire la vecchia Tarsu. Le differenze che intercorrono tra le due tassazioni consistono nel calcolo del dovuto.
Prima, con la Tarsu, le famiglie pagavano in base alla superficie calpestabile del proprio immobile, dal 2013 invece dovranno pagare in base alla superficie catastale dello stesso.
Ciò potrebbe creare non pochi problemi ai comuni legati soprattutto al contesto di grave disallineamento tra la situazione reale e le risultanze catastali.
“Infatti, - spiega Giuseppe Zippo - il peggio potrebbe arrivare con la Tares. Non sappiamo ancora come il Comune di Brindisi intenda muoversi a riguardo. Perciò ci rimane solo un enorme punto interrogativo. I brindisini non sanno cosa li aspetta. Il punto è che quando si decide di introdurre cambiamenti positivi per la cittadinanza, come nel caso del decremento delle addizionali sui carburanti si va ad alleviare la condizione di tutti. Quando invece si decide di aumentare la pressione fiscale, lo si fa in modo oculato, andando a colpire esclusivamente le categorie più deboli. Ossia – conclude Zippo - quelle dei lavoratori dipendenti e degli anziani”.
 
Mariateresa Lanzillotti
 
Fonte quotidiano "Senzacolonne" edizione del 28 Dicembre 2012 

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