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sabato 7 marzo 2015

8 Marzo: LE RIFLESSIONI DELL'ADOC

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Quando tutto ebbe inizio

Dopo aver creato la terra, “Dio creò gli uomini secondo la sua immagine; a immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò”.
Maschile e femminile. Al principio del pensiero più antico dell’uomo sulle religioni, le due componenti, maschile e femminile sono considerate complementari, iniziatori di vita, all’origine del tutto. Nelle antiche religioni l’uomo non è solo, c’è la donna con lui e la loro unione costituisce la prima forma di comunione di persone. Donna e uomo sono indispensabili uno all’altra, sono stati creati uno per l’altra. Proprio per questo la donna era un tempo celebrata come l’essenziale metà dell’illuminazione spirituale. Presso gli antichi, infatti, la Madre Terra, colei che tutto genera, era una dea dalle sembianze femminili. La storia delle organizzazioni sociali ha poi, nelle applicazioni reali e nei fatti riscritto, la relazione tra uomo e donna, mettendo il femminile in ombra, schiacciato da un sistema societario maschile, ponendo le donne in una condizione di subordinazione all’uomo. Il femminismo, osannato o detestato nei ricorsi e nelle rielaborazioni attuali, è stato il primo movimento critico nei confronti di un modello maschilista della società. Ha mosso le storiche critiche alla condizione delle donne, alzando i toni per reclamare diritti e denunciare discriminazioni. Non vogliamo in questo breve scritto parlare di femminismo e discutere dei suoi sviluppi storici. Vogliamo parlare del femminile, di una condizione universale che è propria della donna e che è parte anche dell’uomo. Siamo convinte che la strada da percorrere sia quella delle origini, inserire il femminile accanto al maschile, far abbracciare il maschile e il femminile, tornare al pensiero primordiale. Siamo noi Donne a dover imparare a dare peso e valore al femminile, ad amarci come Donne, nella nostra diversità, a non pensare di poter raggiungere obiettivi solo se diventiamo complici di un sistema di pensiero e di azione maschilista, oppure incarnando il modello maschilista oppure facendo la lotta al sistema. Vogliamo parlare di educazione al femminile, non di lotta al maschile. Educare la società significa innanzitutto conoscere gli strumenti con cui operare. Significa conoscere la storia, confrontarsi con la realtà che ci circonda, guardare nel mezzo, osservare prima di prendere una posizione, lasciarci affascinare dalla bellezza della singolarità di ogni donna.
In un mondo nel quale si tende a dimenticare quanto lunga sia stata la “schiavitù” femminile e quanto dura e difficile sia stata la via per l’emancipazione, è importante ricordare sempre quanto essa sia costata a tante donne, note e celebrate o ignote e dimenticate . Se oggi in Occidente la “schiavitù” femminile è solo un ricordo, in altre parti del mondo è ancora una terribile realtà; e anche qui, nel postmoderno Occidente, dove la parità formale è stata raggiunta, la conquista dei diritti non è irreversibile. Oggi molti riconoscimenti, molte conquiste fatte dalle donne sono messi in discussione ed una mentalità che sembrava finalmente e definitivamente superata sembra riemergere dal passato. Negli ultimi anni si è assistito al ritorno di una concezione della virilità come conquista e dominio, con l’inevitabile altro lato della medaglia: la donna intesa come oggetto, come merce di scambio, nel migliore dei casi come trofeo. Prese in considerazione per il loro aspetto fisico, per la loro avvenenza e per la loro accondiscendenza, una parte delle donne oggi vive questa concezione come un’inaccettabile offesa, che svaluta il femminile, altre donne, sembrano invece accettarla e considerare il proprio corpo come un investimento, arrivando a teorizzare quest’accettazione come una scelta di potere. Conoscere quel passato (e la storia della condizione femminile nei secoli che lo dividono da noi) costringe a chiedersi come e perché, a distanza di tempo, in contesti radicalmente diversi, possano riaffiorare (travestiti nei panni della modernità) aspetti arcaici del rapporto fra i sessi, trasmessi da un sistema mediatico che implicitamente e subdolamente li propone come un modello. È perciò doveroso ricordare sempre e in ogni circostanza e più che mai oggi, 8 marzo quale giornata di elogio della Forza morale ed emotiva delle Donne,  che il rispetto degli altri non si mendica, ma si evoca con la stima di sé.
Quello delle vessazioni e delle discriminazioni, spesso celate dal perbenismo, che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli oggi più che mai, perché no, deve essere il punto di partenza per il proprio reale riscatto, soprattutto etico-morale.
Il nostro pensiero oggi è rivolto con affetto alle meravigliose Donne madri, mogli, compagne, sorelle, amiche, che hanno dedicato la loro giovinezza e la loro vita per rendere questo mondo un po’più giusto, alle Donne che hanno lottato per i loro diritti, che hanno generato i nostri diritti e la nostra emancipazione.  Il nostro pensiero va a tutte le Donne che ancora oggi, ogni giorno, anche in questo immediato istante sono discriminate, vessate e maltrattate, magari perché portano la gonna troppo corta o perché rifiutano di piegarsi a logiche di potere maschiliste o perché da queste logiche è diventato difficile svincolarsi.  Donne offese, umiliate, che non sono così tanto lontane da noi , che devono ricordare che chiedere aiuto è una prima possibilità per cambiare, per cercare quello che è buono per se stesse, che avere la forza di chiedere sostegno e di raccontarsi è un atto di amore verso se stesse.
Il nostro pensiero, in questa giornata di commemorazione,  va anche a quegli uomini che Amano le donne nella loro complessità e diversità e che praticano la bellezza della scoperta del femminile.
Donne, creature meravigliose, ricordate che l’Uomo e la Donna sono in ogni ambito, rappresentano la comunione perfetta e non quella imperfetta, l’armonia, il benessere e che non deve mai prevedere lo squilibrio delle forze e delle menti.  L’Amore, è e sarà dunque, l’Equilibrio ed il Reciproco Rispetto del tuo e del mio pensiero, l’Amore,  non è e non deve essere un Atto di forza, di prepotenza, di angherie. Questo non è Amore. L’Amore non è lotta, è esserci per l’altro, è abbracciare l’altro, è forza vitale, è delicatezza del Sentire, è nutrimento.
Donne, Amate l’Amore che vi nutre.
Donne, creature non soltanto eteree, Amiamoci  e Rispettiamoci in ogni istante della Nostra Vita!

Buon 8 Marzo di Cuore.

Brindisi lì, 08.03.2015

ADOC
Settore pari opportunità

Avv. Francesca Chiechi      

Dott.ssa Psicologa Francesca Masiello

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