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lunedì 23 maggio 2011

Degrado costa nord
















Con ordinanza del 16 Maggio 2011 la Regione Puglia anche questo anno ha emanato disposizioni precise e dettagliate per la regolamentazione della stagione estiva su tutto il territorio regionale introducendo anche qualche novità. Disposizioni rivolte a organi di controllo, enti locali, titolari di concessioni demaniali e cittadini al fine di poter vivere una stagione estiva nel segno della sicurezza, l’efficienza dei servizi e tutto ciò che deve essere previsto in un territorio dove il mare rappresenta una risorsa ma anche un impegno sul fronte della tutela. Proprio da questo punto di vista la città di Brindisi risulta essere indifferente ed impreparata. L’avvio della nuova stagione 2011 lasca già trasparire vecchi problemi rimasti insoluti che se vanno ad aggiungere a nuovi compromettendo di fatto un patrimonio che andrebbe tutelato e non a parole ma con i fatti . Nella mattinata odierna, così come testimoniano le immagini in allegato, lo spettacolo che si è presentato agli occhi dei brindisini e dei partecipanti ad iniziative di carattere ambientale ha dell’indecoroso. Spiagge invase dai rifiuti e assenza di servizi sono una costante lungo tutto il litorale. Situazioni che rappresentano vere e proprie violazioni della stessa ordinanza sulla balneazione. L’art. 9 infatti prevede che i comuni costieri hanno l’obbligo:

a) di assicurare sulle spiagge libere l’igiene, la pulizia, la raccolta dei rifiuti;
b) di rendere perfettamente fruibili, anche ai soggetti diversamente abili, gli accessi pubblici al mare esistenti, garantendo la costante pulizia per la loro regolare percorribilità;
c) di predisporre, ai fini della concreta fruibilità delle spiagge libere e del mare territoriale anche da parte dei soggetti diversamente abili, idonei percorsi perpendicolari alla battigia e fino al raggiungimento della stessa, con apposite pedane amovibili;
d) di consentire il libero accesso all’arenile ad intervalli non superiori a 150 m., qualora vi siano opere di urbanizzazione a delimitazione del demanio marittimo; lo stesso obbligo grava su ogni altro Ente titolare di infrastrutture che ostacolano il libero accesso all’arenile; in tale seconda ipotesi i Comuni dovranno promuovere l’attività amministrativa finalizzata alla realizzazione degli accessi.
e) di istallare sufficienti ed idonei servizi igienici e di primo soccorso.

Ci chiediamo se sia mai possibile continuare a subire tali disservizi così come la stessa ordinanza del Sindaco che vieta la balneazione anche in tratti non esposti a crollo della falesia. In questo caso oltre il danno la beffa, quello di non poter fare il bagno in zone sicure come l’arenile di Giancola e nel contempo il mancato monitoraggio della zona e la sparizione delle delimitazioni e della segnaletica di sicurezza che già all’atto dell’installazione era inosservante della normativa in materia. Infatti, l’art. 6 comma f, trattante l’argomento delle zone di mare in cui è vietata la balneazione prevede:

… nelle zone permanentemente o temporaneamente sottoposte a divieto di balneazione con apposita Ordinanza delle Autorità comunali, opportunamente segnalate da appositi cartelli, redatti anche nella lingua inglese, francese e tedesca, posizionati a cura dei Comuni stessi.

Non solo non vi è traccia di cartelli multilingue ma sono persino scomparse le delimitazioni a ridosso delle zone pericolose. Pensiamo che la causa di quanto stia avvenendo sia da addebitarsi ad indifferenza ed incapacità con precise responsabilità a carico delle ripartizioni competenti, dell’amministrazione comunale, della stessa società incaricata del servizio con ricadute negative sull’intera collettività. Località “Giancola” in mattinata era impresentabile, sull’arenile abbiamo ritrovato di tutto persino i cestini in abbandono della Monteco e i sacchi ricolmi di spazzatura. Chiediamo pertanto un intervento per ripristinare nell’immediato la situazione consci del fatto che purtroppo che il termine programmazione nel vocabolario della nostra città è inesistente si susseguono infatti segnalazioni e si interviene solo ed esclusivamente a loro seguito. E’ mai accettabile tutto ciò?

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