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Benvenuti, oggi iniziamo una nuova esperienza che ci vedrà impegnati al vostro fianco nelle piccole e/o grandi problematiche quotidiane...
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lunedì 13 febbraio 2012

Rin...Caro... San Valentino: quello che l'amore unisce il portafoglio rischia di dividere!!!


Brindisi, 14 febbraio 2012 – L’emergenza neve non ha causato solo disagi ma anche il rincaro del 15% dei fiori, con aumenti in media di 3,60 euro per mazzo. E la festa di San Valentino diventa inaccessibile per una coppia su tre.

“Pessime notizie per i consumatori innamorati - commenta Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – a causa della neve un mazzo di fiori è rincarato in media del 15%, con punte del 30-40%, comportando un aumento medio di 3,60 euro per mazzo. Una vera stangata per tutti gli innamorati, considerando anche gli aumenti per gli altri prodotti. Una confezione di cioccolatini costa in media l’1,5% in più dello scorso anno, i peluche (+2%) e il ristorante (+5% con una spesa media di oltre 70 euro) anche registrano aumenti. Tra i regali più gettonati in rialzo, nonostante gli aumenti, i cioccolatini (+6%) e l’intimo (+3%). In crescita anche i prodotti per il benessere (+3%), una scelta “altruista”, una possibile reazione allo stress causato dalla crisi. Si preferisce regalare qualche ora di relax e rilassamento che i soliti doni. Solo il 5% degli innamorati potrà permettersi di spendere oltre 200 euro per S.Valentino. La maggior parte, il 77%, composto da coppie giovanissime e da coppie fino ai 30 anni d’età, non andrà oltre le 100 euro di spesa. La festa è diverntata praticamente inaccessibile per una coppia su tre, tanto che spesso l’unico regalo sarà un sms. Saranno milioni i messaggini inviati con il cellulare, per un volume d’affari che noi stimiamo sui 20 milioni di euro.”


venerdì 23 dicembre 2011

Prezzi alle stelle ....di Natale!!!


Gli ultimi dati forniti dall’Istat sull’andamento dei prezzi al consumo confermano di fatto le nostre rilevazioni e preoccupazioni sull’argomento e sull’incidenza che tale tendenza avrà sia sui consumi che sulle abitudini dei consumatori in particolar modo nel periodo natalizio. Secondo l’Istat il prezzo dei prodotti alimentari è nuovamente cresciuto, raggiungendo il massimo dal 2009. Il capitolo beni alimentari e bevande analcoliche fa registrare aumenti dello 0,7% rispetto ad Ottobre 2011 e del 3,1% su base annua. I rincari di caffè e zucchero giocano un ruolo predominante con valori record intorno al 17% superati largamente dal riso con un + 25,7% rispetto al 2010. Dati che avvalorano studi condotti dall’Adoc con particolare riferimento ai costi del cenone che si preannunciano più onerosi di circa il 4% rispetto allo scorso anno con un maggiore esborso per famiglia di circa 180 euro. Rincari che vanno a sommarsi a quelli di servizi e generi vari con la logica conseguenza di determinare rinunce o cambio di abitudini. I prezzi elevati, infatti, costringeranno il 30% delle famiglie a rinunciare al tradizionale cenone, coniugando l’esigenza di stare insieme con quelle del portafoglio. Non sempre a cambiare in questi casi sono le quantità di prodotti impiegati, per la preparazione della cena ed il pranzo di Natale, quanto la loro qualità purtroppo. Il 35% dei consumatori deciderà di effettuare gli acquisti alimentari nei discount con percentuali che superano quelle relative agli abituali clienti di questa tipologia di punti vendita. Occhio, però, che varcare la soglia di un discount non necessariamente vuol significare maggiore risparmio, si possono anche avere brutte sorprese alla cassa, il consiglio che sentiamo di dare è quello di monitorare i prezzi proposti dai vari punti vendita in città evitando possibilmente di acquistare tutto ciò che si necessita in un unico negozio approfittando delle singole offerte e/o promozioni. Un bel rompicapo lo sappiamo ma ne vale la pena, visti i risultati economici che si possono ottenere. Per salumi, formaggi, verdure e frutta consigliamo di fare riferimento ai mercati rionali ed in particolare alle produzioni locali, ve ne sono di eccellenti a prezzi accessibili. Dai rilievi allo scaffale tra i prodotti che hanno subito gli aumenti più eclatanti troviamo i classici panettoni (+3,8%), salmone affumicato (+10,3%), datteri (+14,8%) e spumante (+13,2%), ribassi invece per cotechini (-2,5%) e torrone (-13,4%). Sempre più raro risulta trovare sulle tavole prodotti di lusso come caviale e champagne sostituiti comunque in alcuni casi da prelibatezze locali che non hanno nulla da invidiare in quanto al costo. Vini, frutti di mare, pescato locale ne sono alcuni esempi. Diminuisce il consumo di alimentari, pari al 4% nell’ultimo anno così come le prenotazioni nei ristoranti -25%. . Il costo di un pranzo preparato in casa può essere tre volte inferiore a quello pagato in un locale senza dover rinunciare alla qualità anzi. In media per una prenotazione in un locale le cifre oscillano tra le 70 e le 80 euro a persona sino ad arrivare alle 120 euro. In quest’ultimo caso parliamo del cenone di Capodanno arricchito da musica e possibilità di pernottamento, opzione offerta da diverse strutture turistiche ferme o quasi nel periodo invernale. In molti, quindi, rimarranno nelle proprie case, in compagnia dei famigliari concedendosi una serata extra al cinema o festeggiando la fine dell’anno in piazza, grazie alle manifestazioni organizzate dall’amministrazione comunale. Anche qui un consiglio: brindiamo categoricamente con le produzioni locali e buone feste da ADOC!!!

lunedì 6 giugno 2011

L'ACQUA NON E' UNA MERCE, DIFENDIAMOLA DALLE LOGICHE DELLA SPECULAZIONE



L'ADOC invita tutti i cittadini ad andare a votare i prossimi 12 e 13 giugno ai referendum sull’acqua e votate Sì! Votare SI significa votare contro la logica che l’acqua non è una merce ma un bene comune e deve essere salvaguardata dalle ciniche speculazioni che le grandi imprese vogliono porre in essere. Votare SI significa votare contro la visione dell’acqua come uno degli affari più remunerativo degli ultimi tempi, il grande affare della privatizzazione delle risorse idriche che attrae e che muove interessi enormi. L’esperienza delle associazioni dei consumatori dimostra come il sistema privatizzato proposto e caldeggiato da FEDERUTILITY non crea efficienze e non diminuisce gli sprechi, al contrario, aumenta i costi, riduce gli investimenti, sviluppa il clientelismo politico ed il tutto ricade sulla bolletta pagata dai cittadini. Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da una evidente mancanza di politica sull’acqua, volta a destrutturare il sistema per giustificare privatizzazioni selvagge presentandole come la vera ed unica soluzione. Strano però che nessuno accetti il confronto sull’efficienza dei sistemi privati nella gestione dell’acqua. Difendiamo l’acqua dalle logiche di privatizzazione, votiamo SI.
VOTA SI al Quesito n. 1 SCHEDA ROSSA: referendum acqua pubblica abrogazione affidamento servizio ad operatori privati; VOTA SI al Quesito n. 2 SCHEDA GIALLA: referendum acqua pubblica abrogazione calcolo tariffa secondo logiche di mercato.