E’ trascorso un anno dalla
riapertura di Corso Garibaldi al traffico veicolare. Un provvedimento,
contestato dall’ADOC sin dall’inizio,
che andrebbe ricordato, più che con una torta di compleanno, con una
messa a suffragio perché non c’è nulla da “festeggiare” ma tanto da ricordare.
La perdita di ampie aree destinate ad Z.T.L., il venir meno di progetti di
riqualificazione e sviluppo di nuove aree pedonali, come nel caso di Corso
Umberto, oltre alla mancata verifica, supportata da dati tecnici, degli atti
adottati sono solo alcuni dei temi che stanno a cuore ai cittadini, ai
residenti e agli operatori commerciali del centro. Le scelte, seppur non
condivise, possono essere giustificate solo se supportate da progetti che diano
consequenzialità alle idee. Caso emblematico Corso Umberto che, oggi più di
prima, risente di una “mobilità disordinata”, di un arredo urbano inesistente o
in abbandono, di una presenza commerciale che stenta ad riappropriarsi di spazi
rimasti vacanti a seguito della desertificazione del centro cittadino. Vogliamo
sentir parlare o meglio veder agire in direzione della lotta ai locali sfitti ed
al degrado. Auspichiamo politiche per il miglioramento della mobilità, per il
ripopolamento del centro cittadino, con obiettivi di recupero di stabili vuoti
e degradati dando risposte anche alla crisi abitativa. Insomma la riapertura di
un Corso al traffico non diventi un alibi per nascondere i veri problemi del
centro ma una sfida continua per dare risposte ai cittadini. Per le motivazioni
sopra espresse oggi l’ADOC ricorda non
un provvedimento ma quanto non realizzato.
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