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martedì 2 aprile 2013

Chiusura scuole comunali: le osservazioni di ADOC.


                                                            

L’ADOC esprime ferma contrarietà in riferimento alla decisione assunta dall’amministrazione comunale di Brindisi che con delibera n.102 del 27 Marzo 2013 ha inteso confermare la chiusura della scuola dell’infanzia ‘’San Francesco D’assisi’’, già programmata, oltre a determinare un’ulteriore dismissione per il plesso Cappuccini sito in Via Vittorio Veneto. Alla base della scelta, secondo la relazione del settore, esigenze di carattere puramente economico venendo meno le risorse necessarie per garantire un’adeguata dotazione organica. Una giustificazione già di per sé discutibile a cui si aggiungono  motivazioni altrettanto criticabili circa le competenze educative legate allo Stato, al calo delle iscrizioni e agli aspetti logistici vista la convivenza nello stesso stabile della scuola comunale e della statale. A fronte di un quadro che vede una riduzione dei servizi resi all’utenza, in un settore strategico sia dal punto di vista educativo, economico  ed occupazionale; l’unico confronto che l’amministrazione ha ritenuto utile è quello con le organizzazioni sindacali di categoria che a giusta ragione pongono problemi legati esclusivamente alle proprie competenze. Delle esigenze dell’utenza e di cosa ne sarà dell’offerta educativa in zone nevralgiche per la città sia per l’alta densità demografica che produttiva non è dato sapere. E’ per queste motivazioni che avanziamo pubblicamente alcune perplessità circa il futuro. Ci chiediamo ad esempio se nel caso della scuola Cappuccini il passaggio gestionale  lascerà inalterata la composizione delle classi oltre alla dotazione organica o se assisteremo ad uno smembramento delle attuali classi comunali con relativa distribuzione degli alunni nelle sezioni già esistenti della “Cervellati”. La conseguenza? Classi superaffollate e discontinuità educativa con ripercussioni sul benessere dei bambini e sulla qualità della didattica. Dal punto di vista logistico se dovesse verificarsi quanto sopra ci chiediamo se verranno garantiti gli standard minimi di superficie che per la scuola dell’infanzia sono stabiliti in 1,80 mq/alunno con un numero di iscritti per classe che va da un minimo di 18 alunni ad un massimo di 29 a fronte di un livello normale di 26 stabilito per legge. Sul fronte della dotazione organica divenuta una pregiudiziale alla base del provvedimento, ci chiediamo come mai sia stata avviata da oltre un anno una procedura di selezione pubblica per soli titoli per la stipula di contratti a tempo determinato sia per la scuola dell’infanzia che per asili nido, senza che ad oggi sia stata pubblicata la relativa graduatoria utile per il reclutamento del personale docente con la conseguenza che a migliaia di partecipanti ( 1088 per la scuola dell’infanzia e 1600 per gli asili nido ) non li è stata garantita la possibilità di poter accedere a contratti per l’anno in corso, pur avendone magari titoli e punteggio, rimane la beffa di aver sborsato 3,87 euro garantendo al Comune un introito extra di oltre 10000 euro. Saranno serviti per pagare i costi dell’istruzione o per il funzionamento di qualche commissione costituita ad hoc? Attendiamo risposte. Per concludere sarebbe utile capire se quanto attuato in altri settori della pubblica amministrazione può essere adottato nel settore dell’istruzione, nello specifico ci riferimento alla possibilità di colmare vuoti in organico attraverso forme di mobilità del personale tra enti, risolvendo di fatto vincoli dettati dal contenimento dei costi del personale. A  questi interrogativi l’ADOC ritiene utili delle risposte per evitare che le necessità di natura economico amministrativa prevalgano su temi importati e fondamentali per la crescita del territorio e che ulteriori  disservizi non ricadano sui cittadini.  

                                                                                     UFFICIO STAMPA ADOC       

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