Il nubifragio abbattutosi
nella giornata di ieri sul capoluogo ha determinato disagi e situazioni di
pericolo per migliaia di cittadini. Ancora una volta la città di Brindisi,
nelle infrastrutture e nell’organizzazione, sia nella fase di prevenzione che
di gestione delle emergenze, risulta fortemente deficitaria scaricando sui
cittadini, specie quelli appartenenti alle fasce più deboli la gestione dei
disservizi, dei rischi e anche dei danni. Non può essere una denominazione ad
effetto di un evento meteo “bomba d’acqua” a sminuire o a distogliere
l’attenzione dell’opinione pubblica su quelle che sono le responsabilità della
pubblica amministrazione in riferimento alle criticità denunciate da più parti
da anni e mai risolte. Via Fulvia, Via Appia, Via Amerigo Vespucci, Via Perrino
ecc. sono solo alcuni esempi di zone che necessiterebbero di urgenti interventi
di messa in sicurezza onde evitare che prima o poi si sia costretti a
commentare fatti di cronaca ben più gravi che riguardano la salvaguardia di
vite umane anche in relazione alle difficoltà di transito per i mezzi di
soccorso. A questo punto ci chiediamo se esiste un’anagrafe dei soggetti a
rischio e quali sia il ruolo della protezione civile di Brindisi più propensa a
commentare fatti già avvenuti che nell’annunciare in maniera puntuale possibili
rischi e a consigliare le dovute precauzioni in raccordo con gli uffici di
Polizia Municipale, Traffico e trasporti e lavori pubblici. Sarebbe inoltre
utile conoscere quali siano gli intendimenti della pubblica amministrazione in
relazione agli interventi da mettere in campo e se siano in corso verifiche per
accertare che quanto avvenuto nelle scorse ore non abbia determinato situazioni
di pericolo latenti che potrebbero minacciare la salute dei cittadini. Il
riferimento è alla sicurezza delle zone a verde e agli edifici scolastici che
tuttora ospitano docenti, alunni e genitori per gli ultimi adempimenti. L’ADOC
di Brindisi rendendosi partecipe dell’opinione diffusa di molti cittadini dice
NO alle emergenze, alla improvvisazione e al degrado in cui la città versa.
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