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venerdì 7 marzo 2014

8 MARZO: LE RIFLESSIONI DELL'AVV. FRANCESCA CHIECHI, RESPONSABILE SETTORE PARI OPPORTUNITA' ADOC BRINDISI

                                           


Per tutte le DONNE.

Non è un caso che, proprio per la celebrazione della Festa della Donna, io apra questo articolo con un argomento, qual è, il fenomeno della Violenza contro le Donne in Europa.
Emerge per la prima volta in tutta la sua gravità il rapporto presentato nei giorni scorsi all’Europarlamento, a Bruxelles, di fronte ad un pubblico di cento giornaliste provenienti dai 28 Paesi membri dell’Unione europea e di numerose europarlamentari.
Il rapporto, curato da European Union Agency for Fundamental Rights ( FRA – Agenzia per i Diritti Fondamentali di Vienna), fotografa gli abusi subiti dalle donne in casa, al lavoro, nei luoghi pubblici ma anche sul web. Si tratta della più ampia inchiesta mai effettuata sull’argomento in tutto il mondo che ha coinvolto 42.000 donne tra i 15 ed i 70 anni, una cifra ancora più elevata (43%) è stata vittima di violenze psicologiche inflitte dal partner attuale o da quello precedente con umiliazioni di ogni genere ( chiuse a chiave in casa, umiliate in pubblico, costrette a guardare scene pornografiche, minacciate di violenza).
Secondo Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia Europea per i diritti Fondamentali ( sede Vienna), << i dati emersi da questa indagine non si possono ignorare. Essi dimostrano che le violenze fisiche, sessuali e psicologiche contro le Donne rappresentano un abuso contro i Diritti Umani. L’enormità di questo problema indica che il fenomeno non riguarda soltanto un piccolo gruppo di Donne ma tutta la società nel suo complesso >>.
Donne, l’8 Marzo è la giornata in cui ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, un’occasione per rafforzare – in sinergia – la lotta contro le Discriminazioni e le Violenze, un momento per riflettere sui passi compiuti e soprattutto, su quelli ancora da compiere.
La giornata Internazionale della Donna è il modo per ricordare da dove, noi Donne veniamo e dove, noi Donne, stiamo andando… non è, invece, l’occasione per prepararsi alle serate danzanti spesso ormai, divenute mortificazione della Dignità ed Intelligenza Femminile.
“ Tutti i cittadini hanno apri dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso …”: con queste parole, la Costituzione italiana, ha sancito solennemente la parità dei due sessi nella famiglia, nel lavoro, nella vita sociale, segnando una nuova, definitiva conquista dell’emancipazione femminile faticosamente affermatasi nel corso dei secoli.
Quella che oggi può sembrare una realtà ovvia, di cui facciamo quotidianamente esperienza, si è maturata lentamente, seguendo le vicende delle varie civiltà storiche: la libertà, l’indipendenza giuridica di cui gode odiernamente la Donna, risalgono teoricamente, per la prima volta, in Francia dalla Dichiarazione dei Diritti del 1789.
In un susseguirsi di vicende alterne, la donna ha continuato a lottare per affermare la propria dignità umana; protetta giuridicamente, ma spiritualmente avvilita, nelle civiltà del Medio Oriente, segregata e ridotta al rango di semplice custode della casa di Atene, rispettata ed apprezzata come fedele compagna in Roma, nuovamente avvilita nei primi secoli del Medioevo, esaltata dal mondo cavalleresco, colta e raffinata nel Rinascimento, ma quasi sempre sottomessa all’uomo: nel migliore dei casi, rispettata come sposa e madre, ma ostacolata nel proprio libero sviluppo spirituale.
I problemi principali che la donna ha dovuto affrontare, sin dalla notte dei tempi, sono stati essenzialmente due: il riconoscimento giuridico della propria libertà nei confronti dell’autorità maschile nonché, la conquista di una condizione dignitosa in seno alla famiglia. Con il trascorrere del tempo, i due problemi, confluiranno dopo un’ alternarsi di vicende anche contrastanti, nel problema unico ( sebbene ancora in auge, secondo mio modestissimo parere) dell’emancipazione femminile.
Da sempre ad oggi, l’Universo Femminile s’interroga ancora sul ruolo della donna nella società e sulle difficoltà da affrontare: può fare un passo avanti però…solo ed esclusivamente, verso la comprensione del proprio Valore!
Le donne sono forti devono tenere le redini della Famiglia e del Lavoro. Una doppia fatica che richiede energie, impegno, efficienza senso del dovere, sebbene a volte tutto ciò, pare ancora non bastare perché, a tutto ciò, si aggiunge la fatica di “sfondare” in un mondo che è ancora molto maschile nelle sue richieste e nelle sue pretese. Una società che chiede ancora alle donne di “portare i pantaloni” quando è ormai tempo di indossare con Orgoglio la Gonna, sfruttare tutte le capacità che sono racchiuse nel ruolo femminile, quelle stesse capacità e risorse che sono proprie da sempre: ecco il Valore delle Donne!
Le donne già nell’età della pietra vivevano nelle caverne ed accudivano i propri cuccioli, prendendosene cura e sfamandoli. Le donne, si occupavano di trasformare quanto cacciato dall’uomo in qualcosa di commestibile ma non solo! Dai prodotti dell’animale cacciato tiravano fuori pelli per coprirsi, cibo per sfamarsi, conservando tutto quanto potesse essere utile per la sopravvivenza. Una pratica questa, che si ritrova ad esempio, ancora oggi, anche nelle popolazioni dei pellerossa americani, dove le rappresentanti del sesso femminile accompagnano gli uomini, proprio nelle loro attività di caccia aiutandoli attivamente in questa pratica..
E che dire delle civiltà arcaiche, dimensione in cui, il matriarcato era potentissimo? La donna era Regina della famiglia e della comunità. La sua figura, mitica, veniva associata alla Madre Terra, Generatrice di Vita e potente forza della natura. Tutta l’economia della casa è nelle sue mani, la sua parola era legge anche per gli uomini, che dovevano abbandonare il focolare per recarsi al lavoro nei campi, delegando tutto il restio all’impeccabile organizzazione femminile.
Il Novecento, invece, facendo un enorme salto temporale, è il secolo delle suffragette, del grande movimento femminista, delle conquiste dei diritti civili, dall’uguaglianza al voto alla possibilità di accedere a tutte le professioni di esclusiva pertinenza degli uomini. La donna della seconda metà del ‘900 conquista la sua libertà e la sua indipendenza economica, giuridica, politica, sessuale: diventa un individuo a pieno titolo, una cittadina proiettata verso la modernità…. Nonostante tutto ciò, però, qualcosa sembra ancora non tornare e le Donne hanno ancora molta strada da percorrere, per riaffermare la loro Femminilità fatta di quei Valori profondi ed unici che avevano già nelle caverne !  Per fare tutto questo è assolutamente necessario riappropriarsi di quanto non è mai venuto meno in se stesse ma, in cui, non si è più creduto: forza, equilibrio, passione, intelligenza, coraggio, abilità, intellettive e manuali. Essere dunque Donne, ribelli, selvagge, streghe, guerriere, protagoniste del nostro tempo.
…Forse, a questo punto, sarebbe il caso ( e non si tratta assolutamente d’essere femministe) di salutarci auspicando, a cuore aperto, “cambiamenti culturali tali da far smettere di guardare le Donne come Creature e Cittadine di seconda classe nonché, la costruzione di una “Cultura del rispetto”, ma che deve ( e non , dovrebbe) avere origine dal Rispetto di se stesse e di quel rispetto di cui, ogni singola Donna, deve imparare a fare tesoro sempre e comunque!

Cordialità

Brindisi li, 8 Marzo 2014


La Responsabile Settore Pari Opportunità ADOC  
Avv. Francesca Chiechi

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