L’ADOC di Brindisi esprime
forti perplessità in riferimento all’ufficializzazione dell’accordo
sottoscritto tra la Provincia di Brindisi, Comune di Brindisi, Polizia
Ferroviaria e Rete Ferroviaria Italiana relativamente alla chiusura definitiva
di ben cinque passaggi a livello nel territorio di Brindisi. Ancora una volta,
a nostro modo di vedere, gli interessi dei cittadini vengono prevaricati da
scelte che rischiano di compromettere definitivamente non solo la mobilità di
uomini e mezzi ma anche le possibilità di sviluppo di vaste aree rurali e
residenziali. Se da una parte è giusto garantire la sicurezza dei viaggiatori,
operatori del settore e cittadini dall’altra riteniamo altrettanto equo
garantire una mobilità alternativa che non gravi sui tempi di percorrenza e sui
costi per i cittadini. Non è dato sapere quali siano le opere che RFI
realizzerà in sostituzione dei varchi meccanizzati. Molto probabilmente stante
al comunicato emesso dall’amministrazione provinciale assisteremo, salvo
smentite, all’ennesima realizzazione di barriere in cemento di cui Brindisi è
stata passiva testimone più volte in
passato, basti pensare alla sciagurata scelta di chiudere i varchi di Via Appia
e Via porta Lecce senza aver ottenuto le opportune garanzie circa la realizzazione di opere
sostitutive, quali sottopasso e/o cavalcavia carrabili e pedonali, così come giustamente
rivendicato ed ottenuto in altri territori. Preoccupa, altresì, l’approccio che
le amministrazioni locali avranno rispetto al destino del passaggio a livello
di Via Osanna la cui chiusura potrebbe tornare
di attualità dopo il dibattito avviato negli anni scorsi sulle possibili
soluzioni legate alla viabilità alternativa. Dovesse concretizzarsi la chiusura
del suddetto passaggio senza la realizzazione di infrastrutture alternative i danni
risulterebbero inimmaginabili per le ripercussioni sui volumi di traffico sulle
altre vie limitrofe e per le difficoltà che i cittadini sarebbero costretti ad
affrontare per gli spostamenti tra un quartiere e l’altro. Per quanto sopra,
chiediamo agli amministratori locali di rendere noti quanto prima i termini
integrali dell’accordo sottoscritto in modo da poter rassicurare i cittadini
brindisini su quanto avverrà a breve e sulle scelte legate al futuro alla luce
anche delle disponibilità economiche derivanti dall'emendamento 11-bis all’art.
25, al Decreto del Fare con cui si dispongono «misure urgenti di settore in
materia di infrastrutture e trasporti». Il suddetto emendamento prevede, dopo
lo scippo subito negli anni passati, che fondi Cipe siano destinati «agli
interventi di soppressione ed automazione di passaggi a livello sulla rete
ferroviaria mediante costruzione di idonei manufatti sostitutivi o deviazioni
stradali o di miglioramento delle condizioni di esercizio di passaggi a livello
non eliminabili, individuati, con priorità per la tratta terminale pugliese del
corridoio ferroviario adriatico da Bologna a Lecce». Sarebbe utile in tale
quadro legislativo che Brindisi rivendicasse il ripristino dei collegamenti
viari di Via Appia e Via Porta Lecce oltre a progettare una viabilità più
moderna senza barriere come nel caso di Via Osanna. Auspichiamo maggiori
chiarimenti in caso contrario prenderemo atto, ancora una volta, del fatto che
il territorio brindisino risulta essere sacrificato a tutto vantaggio di
servitù che anziché essere combattute e rimosse continuano a proliferare senza
nessun ostacolo.
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