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domenica 18 settembre 2011

Acqua potabile: maggiori controlli a tutela dei consumatori.



Per redigere la carta d’identità dell’acqua del rubinetto, così come immaginato da una delibera approvata dalla Giunta regionale pugliese, è necessario fare riferimento all’amministratore del condominio, almeno negli stabili di civile abitazione.
Questo il nostro pensiero in riferimento alle norme previste nel decreto legislativo n. 31 del 2001 che deve essere tenuto in considerazione costantemente soprattutto in previsione di un aggiornamento della carta del servizio integrato la quale, per di più, dovrà prevedere anche l’eliminazione della remunerazione del capitale investito dalla tariffa, così come stabilito, con l’abolizione avvenuta con il referendum dello scorso giugno.
Siamo interessati all’intera materia in quanto: da un lato, è naturale che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, in questo caso l’amministratore, senza scaricare su altri le proprie inadempienze; dall’altro, bisogna andare incontro alle esigenze dei cittadini i quali desiderano qualità, risparmio economico e un’attenzione verso l’ambiente che l’acqua minerale per certi versi non fornisce. Ovvero: trasporto, prezzo, bottiglie di plastica.
Auspiachiamo, quindi, all’applicazione della norma, modificata nel 2002 con un successivo DLgs, il n. 27, la quale fissa i valori di parametro estendendo all’amministratore la responsabilità dell’igiene dell’acqua somministrata dal punto di consegna da parte del pubblico distributore fino a garantire il punto in cui l’acqua esce fuori dal rubinetto. Nel dettaglio l’amministratore deve possedere e aggiornare un “Quaderno delle Acque” relativo al condominio in cui si annotano i punti di prelievo, la data, nonché tutti gli altri dati necessari all’identificazione e alla pulizia, oltre all’idoneità dell’impianto idrico. Un monitoraggio che dovrebbe essere disponibile ai fini di eventuali accertamenti ma che auspichiamo non divenga un ulteriore balzello su cui agganciare ulteriori spese per i cittadini.
Come si può intuire, questo è un adempimento che lo stesso Ente regione vuole assicurare per rispettare una Direttiva europea approvata nel 1998.
E’ dall’applicazione di questi adempimenti che dipenderà la differenza prevalente del consumo di acqua: quella potabile del rubinetto o quella minerale venduta in bottiglia.
Finora, si sa che gli utilizzatori che dichiarano di berla sempre, sono passati dal 40% al 46% circa nel corso del 2010.
Insieme a queste elementari e obbligatorie esigenze l’Adoc ritiene che nell’attesa e in ogni caso, si debba procedere anche all’installazione di nuove fontanine, o ripristinare quelle esistenti, nelle piazze delle città al fine di permettere ai consumatori di fruire di un’acqua potabile della quale, in Puglia, il gestore si fa vanto della sua salubrità.

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