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venerdì 22 aprile 2011

Farmaci




L’Agenzia Italiana del Farmaco ha tagliato del 25% i prezzi di circa 4.200 farmaci generici, ma i prezzi al dettaglio sono rimasti invariati per il mancato adeguamento da parte delle aziende farmaceutiche. Per Adoc, che ha denunciato la situazione all’Antitrust, il danno è di 105 euro l’anno a persona. “L’Aifa ha finalmente tagliato del 25% i prezzi dei farmaci generici, riallineandoli alla media europea come richiesto a più riprese dall’Adoc, ma i consumatori sono stati beffati dalle aziende farmaceutiche, che hanno mantenuto i prezzi invariati – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – il mancato adeguamento al tariffario dell’Aifa causerà un danno di circa 105 euro l’anno a persona, considerando che annualmente si spendono 420 euro e che la spesa si incrementa, de facto, del 25%. Prima del taglio il costo medio di un farmaco generico era di 13 euro, oggi dovrebbe essere di 5 euro, ben 8 euro di differenza. Ma in farmacia questo ribasso non si è verificato e il consumatore continua a pagare il vecchio prezzo. Abbiamo per questo denunciato l’accaduto all’Antitrust, ipotizzando una violazione della concorrenza e una grave lesione dei diritti dei consumatori”. Per Adoc occorre intervenire anche nella lotta agli sprechi farmaceutici, ogni famiglia è costretta a buttare circa 80 euro l’anno. “Circa 80 euro l’anno vengono sprecati a causa delle confezioni non conformi alla terapia prevista, il 18% della spesa complessiva – continua Pileri – alcuni beccucci dei flaconi e degli spray, difatti, non consentono l’utilizzo di circa il 20% del prodotto, reso praticamente inaccessibile. Discorso simile per i medicinali in gocce, dato che poco meno del 10% rimane nella boccetta, inutilizzabile. Inoltre, la maggioranza dei farmaci confezionati in blister contiene un numero di compresse superiore o inferiore del 30%, in media, rispetto al normale ciclo terapeutico per cui viene impiegato. In tale modo, si costringe il malato ad acquistare una seconda scatola del farmaco o a mantenere in giacenza la confezione, spesso fino alla scadenza del prodotto. Alimentando lo spreco, causando danni ingenti all’economia familiare e nazionale, per ben 1,5 miliardi di euro. Uno spreco assolutamente non giustificabile e preoccupante. Inoltre, il tempo di scadenza dei medicinali si è notevolmente ridotto rispetto ad anni fa. La scadenza media di un prodotto è passata dai 2 anni ai 6 mesi, o un anno al massimo. Comportando l’acquisto forzato, e inutile, di più confezioni nell’arco di un anno, soprattutto di farmaci destinati alla cura di patologie non croniche”.

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