Tra i temi che hanno maggiormente preoccupato le famiglie
brindisine sul finire dello scorso anno sicuramente è da annoverare il servizio
di refezione scolastica del Comune capoluogo. Quanto sopra, per una serie di
inefficienze relative alla qualità del servizio offerto con particolare
riferimento all’igiene e la salubrità dei cibi, elementi già oggetto di
attenzione da parte degli organi di polizia e di controllo. A fronte della
situazione, nonostante le rassicurazioni dell’azienda affidataria del servizio
di refezione scolastica, molte famiglie, venuto meno il rapporto di fiducia ed
in attesa dell’esito delle analisi, dopo i prelievi effettuati a cura degli
ispettori della ASL, hanno inteso non usufruire del servizio con la conseguenza
di doversi sobbarcare ulteriori disagi per prelevare i proprio figli negli
orari di pausa mensa per poi riportarli alla ripresa delle lezioni nel
pomeriggio. Quanto sopra, stante l’indisponibilità a far consumare il pasto da
casa in alternativa a quello fornito dal servizio. Un aspetto quello del
“pranzo casalingo” oggetto anche di sentenza del tribunale in risposta alle
rivendicazioni dei cittadini che hanno visto far valere i propri diritti. Ne
sono seguite linee guide adottate dai vari dirigenti scolastici per la piena
attuazione di quanto disposto. Nello specifico, lo scorso giugno una sentenza della
Corte d’Appello di Torino ha riconosciuto, rigettando il reclamo del Miur,
il diritto degli studenti a portarsi il pranzo da casa e a consumarlo
nei locali adibiti a mensa scolastica. Un’ordinanza che ha aperto il vaso di
Pandora su un tema tanto complesso quanto delicato.
E’ una questione che afferisce, in prima battuta, alla qualità dei
prodotti somministrati. Sono numerose le lamentele da parte dei genitori
sulla scarsa qualità del cibo offerto a pranzo ai propri figli. Lamentele
che sono anche alla base dell’azione che ha portato alla sentenza sopracitata.
Per quanto sopra, la scrivente con una nota, di cui si allega copia,
rivolta all’Ufficio scolastico regionale e provinciale, ai dirigenti
scolastici, all’amministrazione comunale di Brindisi e alla ASL ha chiesto
l’adozione di linee guida per la refezione scolastica con pasto domestico. In
attesa del riscontro alla richiesta avanzata l’impegno dell’ADOC di Brindisi
proseguirà sul fronte della piena attuazione del 461/97 e quindi
sull’obbligatorietà da parte delle pubbliche amministrazioni nel coinvolgimento
delle associazioni dei consumatori per il monitoraggio del livello di qualità
dei servizi pubblici.
Brindisi li, 10 Gennaio 2017
ADOC Provinciale di Brindisi
Il Presidente
Giuseppe Zippo
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