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giovedì 24 settembre 2015

PIAZZA MERCATO: SIAMO ALLA FRUTTA ...???

Nonostante il notevole ritardo accumulato, rispetto alla tabella di marcia prestabilita di circa otto mesi rispetto all’avvio dei lavori iniziati il 30 aprile 2014, sembra non trovare soluzione la vicenda legata alla trasformazione della centralissima Piazza Mercato. Il risultato? Un’area, quella coperta, oggetto degli interventi che non è dato sapere se nelle disponibilità dei commercianti e quindi dei consumatori o da ritenere ancora un cantiere. In questo ultimo caso ci verrebbe da chiedere all’assessorato competente come mai ne è consentito l’accesso e con quale criterio si è deciso di attivare la vendita dei prodotti ittici e  non di quelli ortofrutticoli. La sensazione è che alla base della mancata consegna dell’opera vi siano cause che esulano da aspetti puramente tecnici e che attengono invece esclusivamente a motivazioni di carattere organizzativo legato alla disponibilità degli esercenti a trasferirsi. Purtroppo, la storia si ripete con l’utilizzo di risorse economiche per la realizzazione di opere inutili che rischiano di scontentare tutti, commercianti e  consumatori. Abbiamo sempre pensato, così come puntualmente ribadito in sede di incontri, quando coinvolti, che le realtà mercatali cittadine, specie quelle storiche, andrebbero preservate e tutelate anche se attualizzate. Il lavoro, le tradizioni, la cultura non solo commerciale non possono passare in secondo piano rispetto alla movida ma possono convivere ed integrarsi considerati orari di esercizio e necessità differenti. Purtroppo, dopo la decisione assunta con lo spostamento della piazza del rione Commenda, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che non stiamo a  rievocare, ora è la volta di Piazza mercato. Ricordiamo che per l’esecuzione degli interventi sono state utilizzate risorse rivenienti dal fondo regionale alimentato dai centri commerciali quale indennizzo per l’impatto di tali realtà sugli esercizi di vicinato. Somme che, alla luce di quanto sta avvenendo, rischiano di alimentare anziché sviluppo nuove forme di desertificazione e di degrado di importati zone della città.           

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